Carrera

Jack

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Che lavoro faccio?

Scrivo articoli di case che rinascono e racconto il lavoro che c’è dietro un oggetto di design, per questo ho sempre desiderato vivere in un luogo che raccontasse la mia storia senza bisogno di spiegazioni, ma attraverso oggetti che ne comunicassero immediatamente il senso. Ristrutturare il vecchio laboratorio di mio nonno era un’occasione che non potevo perdere perché qui ci sono tutti i miei ricordi dell’infanzia, così quando mi ha detto che sarebbe stato mio ho sperato solo che non portasse via le insegne, le attrezzature e i vecchi oggetti in ferro che c’erano perché volevo che fossero parte integrante della mia nuova casa.

Qui, dove ora c’è la cucina, c’era un banco da lavoro, mentre sulla parete erano appesi tutti gli attrezzi.

Ricordo ancora...

quando mio nonno mi faceva aprire il morso degli elettrodi della saldatrice dicendo: “Forza Jack, stringi i bracci della pinza che dipende tutto da te”.

Certo che però trasformare un’officina in un appartamento dove vivere richiede un impegno non indifferente, oltre a dei bravi professionisti per gli impianti.

Meno male che il nonno mi ha insegnato ad aggiustare le cose e ad avere un gran senso pratico, altrimenti oggi saprei usare soltanto il computer per scrivere.

Anche in redazione se ne sono accorti tant’è che ogni volta che c’è una cosa da riparare mi chiamano dicendo di non preoccuparmi per il lavoro perché la nostra rivista di arredamento e design è mensile per cui si ha sempre tutto il tempo per completare gli articoli.

Tutti dovrebbero avere un hobby o un’attività in cui impegnarsi in modo da rompere la routine del lavoro, ma anche per cambiare prospettiva da cui guardare le cose e soprattutto per rilassare la mente.

Io recupero vecchi oggetti da riutilizzare in casa

Ho una panchina arancione che sto finendo di scartavetrare perché, dopo averla pittata, la voglio mettere nello spazio esterno che ho davanti alla cucina. Passerò molte serate estive seduto lì a leggere e a bere il mio amaro preferito.

Lo so che una vecchia panchina non si abbina con quello che c’è in casa, ma è proprio questo il bello. Un oggetto che emerge dall’arredamento, differenziandosi dal resto per forme, colori e utilizzo riesce a raccontare una storia senza bisogno di spiegazioni o didascalie.

Io amo quelle case dove trovi un oggetto d’arredamento che non ha niente in comune con tutto il resto.

Il laboratorio aveva tante cose
che volevo recuperare ...

Lo so che qui da me ce n’è qualcuno in più, ma il laboratorio aveva tante cose che volevo recuperare. Appena finisco di sistemare casa invito il nonno a cena perché voglio proprio vedere la faccia che farà.

Spero però che non abbia la stessa espressione di mia madre quando ha visto la bici appesa all’ingresso. Per lei è inconcepibile una cosa del genere perché un oggetto a due ruote ha bisogno di un garage, ma la mia è una bicicletta da corsa, molto leggera e poco ingombrante. L’ho comprata undici anni fa con i soldi conservati dopo un’estate di lavoro. Era un gioiellino che avevo visto in un negozio specializzato e quando la mattina successiva andai all’allenamento, con la bicicletta nuova, mi sentivo uno di quegli atleti che fanno il giro di Italia.

Per un po’ ho pensato di poter diventare un professionista perché avevo vinto diverse corse, ma ci vuole ben altro di qualche vittoria e così il ciclismo è diventato uno stile di vita tant’è che oggi la mia bici da corsa è una fedele compagna in molti degli spostamenti quotidiani.
In casa le ho riservato uno spazio tutto suo grazie ad una serie di ganci traino che ho trovato tra le cose del nonno e che ho saldato ai vecchi pannelli di metallo che servivano per dividere gli ambienti. Lo so che uso la saldatrice come se fosse la pistola per la colla a caldo, ma l’effetto è stato notevole e soprattutto salvaspazio.

Se sapessi cucinare, come usi la saldatrice,
saresti uno chef stellato

Mia madre mi dice sempre: “Se sapessi cucinare, come usi la saldatrice, saresti uno chef stellato”.

Comunque la mia frittata è gourmet e gli ospiti hanno sempre gradito. Durante la preparazione li stupisco con l’effetto speciale della frittata che volteggia prima di ritornare in padella.

Sarà perché mi sono perfezionato nell’unire diversi ingredienti, sarà per il numero da circo, ma quando le cose sono fatte con amore riescono sempre bene. Speriamo che al nonno piacciano le uova perché a domicilio mi portano solo sushi e kebab.

Mica una persona deve saper cucinare tutto?
Ognuno è specializzato in una pietanza come la mia amica Francesca che mi invita a cena solo quando ha il pesce fresco e sa di potermi preparare un primo da leccarsi le dita. Che poi non ho capito ancora se mi invita perché le fa piacere o perché, mentre cucina, io le riparo sempre qualcosa che si è rotto proprio nei giorni precedenti.
In ogni caso accetto lo scambio di favori, anche se, per la fatica dell’ultima volta con le luci della stanza da letto, avanzo almeno altre due cene.

Le cose che ami fare te le porti dentro e non ti abbandonano neanche quando sei ospite.

A proposito di luci, devo ancora controllare quelle che ho all’esterno, altrimenti stasera non potrò godermi Lilly.

Chi è?

La mia nuova “vecchia” panchina. Il nonno dava sempre un nome agli oggetti che riparava o che faceva rinascere e Lilly mi sembra proprio quello giusto da invocare quando avrò bisogno di rilassarmi.

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