A pronunciare questo saggio pensiero è stato Confucio più di duemila anni fa e io ho fatto di questa frase la mia filosofia di vita. Mi chiamo Giorgio e sono fortunato perché io, di lavori gratificanti ne faccio ben due: da un lato, sono il direttore commerciale di un’azienda che importa spezie in Italia e questa mansione non è mai noiosa poiché mi sposto nelle varie sedi della società, incontro nuove persone e affronto eccitanti sfide tutti i giorni. Nel mio tempo libero, poi, faccio il fotografo di deserti.
Durante una vacanza in Nord Africa con alcuni amici, sono rimasto letteralmente folgorato dalla magia cangiante delle dune, dalla loro morbida perfezione, dai pericoli che il deserto rivela di giorno sotto il sole accecante e dai misteri che di notte si nascondono tra sabbia e cielo stellato.
È stato come un colpo di fulmine. Ci stavamo preparando per trascorrere la notte: avevamo già acceso il fuoco per tenere lontani gli animali quando ho scorto l’ultimo spicchio di sole rosso scarlatto che andava a calarsi dietro la linea dell’orizzonte.
Da allora, ogni vacanza, ogni momento libero, ogni ritaglio di tempo sono dedicati al mio più grande amore e quella che all’inizio era solo una passione, ora è diventata quasi un secondo lavoro.
Questa sera, infatti, incontrerò proprio Alessandro, Sveva e Andrea - gli amici con i quali ho condiviso la prima avventura - per discutere i dettagli di una mostra fotografica che stiamo per organizzare.
Le serate iniziano a diventare tiepide, quindi ho deciso di organizzare una tipica cena marocchina nel terrazzo di casa: spero di riuscire a creare l’atmosfera giusta per rivivere le emozioni del nostro viaggio assieme.
Il tavolo della mia cucina, ora, è completamente ricoperto dagli appunti di viaggio e dalle fotografie che ho scattato durante l’ultima vacanza nel deserto marocchino: la mostra sarà dedicata proprio a questo fantastico luogo e il mio obiettivo è quello di trasmettere ai visitatori la magia del deserto e il brivido di cinque giorni avventurosi in fuoristrada tra dune, sveglie all’alba, tempeste di sabbia e voluttuosi tramonti.
Adoro organizzare i dettagli della mia giornata in questa stanza inondata di sole, rilassarmi e anche lavorare.
Posso bere con calma il mio caffè e consumare un’ottima colazione a base di frutta fresca, tenere d’occhio l’orologio e avere una visione completa del soggiorno che, come immaginate, rappresenta un vero e proprio diario di bordo di tutti i miei viaggi. I ricordi sono ovunque: conchiglie, libri, vasetti di vetro pieni di diversi tipi di sabbia, e, naturalmente, decine di fotografie.
Potrei trascorrere ore a guardarle e a fantasticare, ma adesso devo proprio sbrigarmi e correre in ufficio: alle nove in punto, si svolgerà un’importante riunione con i vertici dell’azienda, in vista della prossima fiera.
Ripeto mentalmente i punti salienti della presentazione di cui parlerò tra poco con il mio capo, anche se vi devo confessare che con la testa sono già alla cena marocchina che ho promesso a Sveva, Andrea e Alessandro.
Poi dovrò preparare la tavola e addobbare la terrazza con stoffe e cuscini colorati: voglio che i miei amici si sentano comodi e a loro agio e che gustino la serata in tutti i minimi particolari. Seguirò la ricetta che mi ha insegnato un’anziana marocchina conosciuta durante il viaggio: il segreto, mi ha detto, sta nei piccoli gesti che accompagnano ogni fase della preparazione del cibo. Le verdure devono essere tagliate con amore e attenzione e il cous cous deve ammorbidirsi lentamente nell’acqua: solo così, il piatto sarà delizioso.
Quando, al termine di questa giornata, rientrerò in casa con la spesa appena fatta e la borsa traboccante di verdure, sarà un piacere riempire la cucina di colori e profumi di una terra lontana: quando varcheranno la soglia, i miei amici si sentiranno trasportati indietro nel tempo all’epoca della nostra vacanza e avranno l’impressione di vedere il deserto in lontananza. E a quel punto, l’atmosfera sarà perfetta per parlare della nostra mostra fotografica.
